Convegno della gioventù
Distribuire invece di ripartire
Il convegno della gioventù SEV di quest'anno è nato sotto una cattiva stella. Cionostante, o forse proprio per questo, i partecipanti hanno potuto beneficiare di una istruzione sull'economia, durante la quale Beat Ringger di "Denknetz" ha potuto illustrare i fattori principali della crisi economica. Il convegno ha poi trattato la disoccupazione giovanile in Austria e la situazione dei giovani nelle nazioni europee maggiormente in crisi.

In teoria, al convegno avrebbero dovuto partecipare diversi relatori di nazioni europee, che hanno però disdetto all'ultimo momento, obbligando Jérôme Hayoz a modificare tutto il programma e a tentare di trovare in poco tempo dei sostituti validi. Beat Ringger, dirigente di "Denknetz" ha superato queste aspettative e nel suo interessante esposto sulla crisi economica e sulle conseguenze sul mondo del lavoro ha spiegato ai 15 partecipanti i retroscena della crisi e i grandissimi pericoli dell'avidità dei manager odierni: ne va addirittura dell'esistenza della nostra società!
Trasferimento dal basso verso l'alto
Ringger ha spiegato che la crisi è composta da quattro strati. Ossia:
- l'avidità degli attori sul mercato finanziario
- la deregolamentazione e la dinamica propria sviluppata dai mercati finziari a partire dall'era Reagan/Thatcher
- la diversa riparizione neoliberale che ha portato ad una crisi della domanda
- e la crisi della rivalutazione del capitale.
L'avidità dei giocolieri della finanza è illustrabile con qualche semplice esempio: nel 1984, un „Topmanager“ guadagnava circa sei volte lo stipendio medio; nel 1998 questa proporzione era passata a 16 volte, per raggiungere le 93 volte di oggi!
Le misure di deregolamentazione decise negli anni 80 (corsi di cambio, controlli dei flussi di capitale, nuovi "prodotti" finanziari, abbassamento della quota di capitale proprio, creazione di Hedge Founds) ha aumentato drasticamente la mobilità dei capitali, che sono stati sempre più spesso investiti sulla base di aspettative di guadagno a breve termine.
Negli ultimi 20 anni, abbiamo assistito ad una continua crescita della produttività. I salari non hanno però seguito la stessa evoluzione. La differenza è stata assorbita dall'1% al vertice della scala gerarchica, che ha nel contempo approfittato anche dei continui sgravi fiscali.
Le conseguenze di questa diversa ripartizione del capitale dal basso verso l'alto, rispettivamente dallo Stato verso i privati, ha fatto sì che i capitali non venissero più investiti nella domanda, ossia alimentando l'economia produttiva, ma piuttosto nei mercati finanziari, alimentando così la speculazione invece della domanda reale.
Circolano troppi soldi
Questa diversa ripartizione porta ad una crisi della valutazione del capitale. Dall'inizio degli anni 80, la forbice tra profitti e quote investite si apre sempre di più: le aziende dispongono di enormi eccedenze finanziarie che vengono compensate dall'indebitamento degli Stati e delle economie private. Mancano quindi i soldi per gli investimenti in favore della società, come per esempio per il sistema saniatario o le infrastrutture.
Bisogna tornare alla distribuzione!
Questa evoluzione è molto pericolosa per la nostra società, alla quale devono essere ridistribuiti i soldi. La ricchezza della società deve essere scorporata dai mercati finanziari e riutilizzata per investimenti utili.
L'iniziativa 1:12, respinta purtroppo in votazione lo scorso 24 novembre, avrebbe costituito un'ottima occasione per fare un passo nella giusta direzione della ridistribuzione .
Workshop
Nel pomeriggio, vi sono stati dei Workshop che hanno analizzato le conseguenze della crisi sui giovani in Francia, Spagna e Grecia. I partecipanti si sono interrogati sui motivi della disoccupazione giovanile e sui provvedimenti presi dai singoli Stati.
Disoccupazione giovanile in Austria
I colleghi Mario Drapela e Christopher Badalec del sindacato austriaco Vida hanno fatto una panoramica della disoccupazione in Austria, illustrando anche le soluzioni intraprese.
Attualmente in Austria l'8.6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è disoccupato. Rispetto all'anno precedente, vi è stato un aumento del 7%. Questa quota non comprende inoltre i giovani occupati da provvedimenti del mercato del lavoro (AMS, corrispondente ai nostri URC). Si tratta di giovani che ricevono una formazione extra-aziendale senza per questo essere in un'apprendistato. La disoccupazione colpisce in particolare i giovani senza o con poca formazione.
Garanzia di formazione
Come la Svizzera, l'Austria ha un sistema di formazione duale (apprendistato e scuola professionale). Lo Stato austriaco garantisce a tutti i giovani volonterosi una formazione con attestato. Siccome mancano posti di apprendistato, sono stati creati posti di formazione extra-aziendali (ÜBA), sostenuti finanziariamente dai servizi del mercato del lavoro.
I provvedimenti intrapresi potrebbero però indurre le aziende a ritirarsi dalla formazione di apprendisti, per esternalizzare i costi della formazione agli AMS. Per evitare ciò, i sindacati propongono un "miliardo pe la formazione specialistica". Le aziende dovrebbero versare un 1% della loro massa salariale per finanziarie la formazione di apprendisti. I fondi andrebbero poi alle aziende che effettivamente svolgono questa formazione, fornendo così incentivi mirati.
Cos'è "Denknetz"?
"Denknetz" è un'associazione indipendente che ha per scopo la messa in rete di competenze tra la scienza, le ONG, i sindacati, la politica e le associazioni. Si tratta di "Thinktank" di sinistra che vuole condizionale le discussioni e partecipare allo sviluppo di progetti di riforma.
Attualmente, "Denknetz" conta 850 membri singoli e 15 membri collettivi. L'associazione punta molto alla sua indipendenza politica e finanziaria, per cui anche i membri collettivi non possono pagare più di CHF 5000. Dal punto di vista organizzativo, l'associazione dispone di un comitato e di diversi specialistici (precariato, formazione, economia, politica fiscale, politica sociale, lavoro e salute).